Attualità e Testimonianza con d.Giampietro 26/09/20

 Dall'Editoriale del Settimanale del Corriere della Sera del 18 settembre 2020


IL PROGRESSO SENZA PIU' IMMAGINAZIONE

di Francesco Monico


Per progresso si intende un miglioramento di tutti i settori della vita. Il termine deriva dal latino progr di “andare avanti” e, in senso generico, indica un avanzamento. Così è implicita l’idea di perfezionamento, di una continua evoluzione graduale dal bene al meglio. Tale risultato è perseguito attraverso la cultura, le conoscenze scientifico-tecnologiche e l’organizzazione sociale. Tuttavia oggi emerge come il pianeta sia al collasso, come si siano realizzate isole di rifiuti negli oceani, come la tecnologia digitale con le sue accelerazioni di calcolo ci metta di fronte all’impossibilità di comprendere cosa realmente si calcoli all’interno delle mirabolanti macchine che abbiamo saputo realizzare; siamo in pieno Antropocene, un’epoca in cui l’ambiente viene condizionato, su scala sia locale che globale, dagli effetti del progresso umano....

... L’idea del progresso nasce con il Cristianesimo: la storia viene intesa come un procedere verso il meglio, e la natura diventa il prodotto della volontà di un Dio che l’ha consegnata all’uomo affinché la domini. Nel Rinascimento le scoperte geografiche, le innovazioni tecnoscientifiche, fanno pensare che l’essere umano moderno sia progredito rispetto agli antichi. Sarà quindi il Settecento a trasformare questa idea in un messaggio politico fondato su un miglioramento della vita per tutti. Nell’Ottocento il tema diventa lo sviluppo. Quindi il XX secolo realizza le promesse e va a confluire nella globalizzazione, fino ad arrivare oggi nell’epoca di una possibile catastrofe dell’immaginazione, ovvero nell’epoca in cui si osserva un mondo, un’economia, una produttività che non reggono più il racconto.

Siamo così abitanti di un mondo fragile, dal latino fragilis , derivato da frangere “rompere” e fragmentum “rotto”, ovvero che si può rompere e di cui restano i frammenti. Fragilità che è anche sinonimo di sensibilità. E in momenti di particolare tensione la sensibilità è una forma di intelligenza. Il fragile richiama allora una nuova sensibilità che ci permette di osservare come il progresso sia creato dall’astrazione della nostra mente, quella mente che è nata oltre ventimila anni fa. Gli uomini hanno costruito un mondo immaginario, ben oltre il mito della caverna di Platone, e grazie a questa potente immaginazione hanno realizzato un mondo tecno-scientifico.
Secondo questa visione l’essere umano è quindi Homo Fictus, uomo che non fa altro che re-inventarsi in immaginari di anticipazione progettuale che ne polarizzano gli intenti su quello che sarà, ma senza fargli vivere quello che sarà. Il progresso piace all’uomo perché lo porta nel futuro con l’idea che sia meglio del presente e ancor più del passato.

Una considerazione:

Facciamo nostre le parole di Albert Schweitzer quando nel 1952 si recò ad Oslo per ricevere il Premio Nobel per la Pace: "...l'uomo è diventato un superuomo...ma il superuomo con il suo sovrumano potere non è pervenuto al livello di sovrumana razionalità.
Più il potere cresce e più egli diventa un povero uomo...Le nostre coscienze non possono non essere scosse dalla constatazione che più cresciamo e diventiamo superuomini, e più siamo disumani".
Perciò oggi non è tanto importante sapere, ma saper immaginare in modo sostenibile. 

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