Attualità e Testimonianza con d.Giampietro 07/11/20
Dal Giornale di Vicenza del 3 novembre 2020
ANZIANI SACRIFICABILI - IL SENSO DISUMANO
di Ferdinando Camon
Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha pubblicato un tweet che gli sarà rimproverato finché vivrà. Ha scritto con imprudenza degli anziani che muoiono per il Covid e ha trovato modo di disprezzarli. L'espressione che ha usato, nel suo profilo di Facebook e di Twitter, è questa: «Solo ieri tra i 25 decessi della Liguria 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese, che vanno però tutelate». La mia sensazione, da scrittore, è che la conclusione finale, «vanno però tutelate», sia un'aggiunta posticcia, messa lì per attutire la pesantezza della frase, che definisce gli anziani «persone non indispensabili allo sforzo produttivo». La nazione produce, gli anziani non producono. Tutti nella nazione sono indispensabili, dai neonati che domani saranno uomini a quelli che sono uomini oggi e lavorano, tutti tranne gli anziani, gli anziani sono una zavorra. Il senso disumano che si avverte nell'espressione usata dal governatore della Liguria è (sto per dire una cosa mostruosa) che i decessi dei 22 pazienti molto anziani non sono una cosa negativa, non fanno male al corpo sociale, anzi ne migliorano la capacità produttiva. Sono convinto che il governatore abbia espresso questo concetto. Anche perché non l'ha detto in qualche intervista, dove le parole volano. Ma lo ha scritto. Sono anche convinto che «non voleva» dire questo. Dunque non possiede bene la lingua. La lingua gli sfugge. È stato sommerso da critiche e richieste di dimissioni. Lui cerca di cavarsela dicendo che la lingua non è sua, è di un suo collaboratore, solo il concetto è suo, e lui lo mantiene. Malissimo. Lui è una creatura politica di Forza Italia, cioè di Berlusconi, che per età rientra in pieno tra i sacrificabili, qual è dunque il messaggio di Toti,«sfrutta chi puoi e poi falli fuori»? L'Italia è qualcosa perché gli anziani han fatto qualcosa. I non anziani dovrebbero prima fare qualcosa e poi parlare.
A questo articolo fa eco ciò che ha scritto il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi nel paragrafo numero 11 della sua Lettera Pastorale "Ecco il seminatore uscì a seminare".
11. Gli anziani
Una sottolineatura particolare dobbiamo farla per le principali vittime di questa pandemia: gli anziani. È indispensabile una rigorosa valutazione del come è stato possibile che questo sia avvenuto, non accettarlo con rassegnazione o fatalismo, scegliere di cambiare un sistema che non funziona e che rischia di essere una vera cultura di eutanasia. Non deve accadere che qualcuno scelga se salvare o no una persona in base all’età. Questo è inaccettabile e dobbiamo decidere che non avvenga mai, non come eventualmente scegliere! Quelli che dovevano essere protetti in realtà sono stati i più esposti. Per non permettere che la pandemia passi invano dobbiamo cambiare un sistema di assistenza che si è rivelato insufficiente. Il sistema sanitario va ripensato con intelligenza e preoccupazione per tutti. “Siamo preoccupati dalle tristi storie delle stragi di anziani in istituto. Sta prendendo piede l’idea che sia possibile sacrificare le loro vite in favore di altre. In numerosi Paesi, di fronte all’esigenza della cura, sta emergendo un modello pericoloso che privilegia una “sanità selettiva”, che considera residuale la vita degli anziani. La loro maggiore vulnerabilità, l’avanzare degli anni, le possibili altre patologie di cui sono portatori, giustificherebbero una forma di “scelta” in favore dei più giovani e dei più sani”, dichiara un importante appello della Comunità di sant’Egidio, che ha raccolto subito l’adesione di migliaia di persone. Cosa chiede questo alle nostre comunità e alle nostre famiglie? Non dobbiamo forse iniziare una rete di amicizia e di protezione, perché gli anziani siano aiutati a restare a casa e nessuno sia lasciato isolato?...
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