CIM - Gruppo Giustizia e Pace
La COMMISSIONE GIUSTIZIA e PACE CIM
Chi siamo...
La Commissione Giustizia e Pace della Parrocchia del Cuore
Immacolato di Maria è nata nel
Costituendo la
Commissione, la parrocchia voleva un supporto per riflettere sulla necessità di
crescere nell’attenzione ai problemi della giustizia fra i popoli e di vivere
un impegno costante di solidarietà e condivisione con i fratelli dei paesi più
poveri.
La Commissione G.
e P., in questi 40 e più anni di attività, ha cercato soprattutto di creare un
cambiamento profondo di mentalità nei confronti dei paesi del Sud del mondo,
superando l’attenzione occasionale, per far prendere coscienza dei problemi e
cercarne le possibili soluzioni. In particolare ha cercato di interrogarci come
cristiani sul nostro stile di vita rispetto a tante povertà, mettendo il mondo
occidentale di fronte alle proprie responsabilità.
Da più di 40 anni la Commissione Giustizia e Pace segue una serie
di progetti di cooperazione con tantissime realtà nei paesi poveri. I progetti
continuano ancora oggi, e si focalizzano nei due momenti più importanti
dell’anno pastorale, la Quaresima e l’Avvento. La forma scelta a suo tempo è
quella della micro realizzazione, cioè un aiuto che non sia solo momentaneo o
di pura carità, ma che serva a finanziare piccoli progetti stabili che aiutino
poi la popolazione per il proprio autosviluppo anche negli anni futuri e che
siano soprattutto gestibili da personale locale.
Per quanto riguarda i referenti dei progetti, ci siamo sempre
appoggiati a missionari italiani o volontari laici presenti stabilmente nel
luogo e che si facessero poi responsabili della realizzazione del progetto, con
conseguente riscontro. Diversi membri della Commissione hanno poi avuto
occasione, in questi anni, di andare direttamente nei luoghi oggetto del nostro
finanziamento per verificare di persona che i fondi raccolti in parrocchia e
destinati, siano andati a buon fine.
Nel corso di tutti questi anni la Commissione si è fatta promotrice
di molti incontri pubblici, aperti anche alla cittadinanza, con persone che
hanno aiutato la comunità a crescere e a sviluppare questa sensibilità alla
mondialità e alle problematiche legate al tema della pace nel mondo.
Molte sono state le serate con personaggi importanti della vita
sociale italiana: ricordiamo in particolare padre Alessandro Zanotelli negli
anni ’80, amico della commissione, – ma anche tanti altri: don Giulio
Battistella, il vescovo di Ivrea mons. Bettazzi, don Enrico Chiavacci di
Firenze, il vescovo di Udine mons. Battisti, Carlo Molari, Sandro Calvani, padre
Fausto Marinetti il prete degli empobrecidos, Luis Tenderini per tanti anni a
fianco di mons. Helder Camera.
Poi tanti altri incontri, più limitati per la sola comunità, con
referenti dei progetti da noi sostenuti e che hanno portato la loro
testimonianza di lavoro e fatica in luoghi tanto lontani.
Ricordiamo che il movimento “Beati i costruttori di pace” è nato
nelle sale della parrocchia, e che anche Don Albino Bizzotto è stato nostro
ospite per una serata pubblica.
Dal 1992 al 1996 la commissione si è
fatta carico, durante la guerra dei Balcani, di assistere un campo profughi
dalla Bosnia a Rieka (ex Fiume).
Appare
impressionante come sia cambiato il mondo da quando abbiamo iniziato la nostra
attività ad oggi; basti pensare che c’era ancora il muro di Berlino ma
soprattutto non c’era traccia degli immigrati, che sono arrivati in Italia
tutti dopo il 1983. Per quanto riguarda la pace, abbiamo ancora molto da
denunciare; paesi immensi come l’Africa e l’Asia non riescono a trovare in
tantissimi stati quella pace e quella stabilità politica tanto auspicata. Continuano
i conflitti armati, le guerre tribali e di religione, i massacri; bande
occasionali di pseudo ribelli che usano la
parola “liberazione” (quanti eserciti di liberazione in Africa!) di fatto per distruggere e massacrare le
popolazioni con le quali entrano in contatto, provocandKo milioni di profughi sia interni che esterni.
Link: l
La scelta del 5% - cosa significa
Il senso della
proposta del 5%, nata assieme alla Commissione 31 anni fa, è quello di vivere
un segno concreto di riconciliazione con i paesi poveri del Sud del mondo.
È un invito a rinunciare
ad una parte del nostro benessere, accontentandoci di qualcosa di meno; è un
impegno di condivisione e di restituzione, uno stimolo a ricercare uno stile di
vita più sobrio ed essenziale, nella convinzione che solo cambiando noi stessi
potremo dare un contributo incisivo per aiutare chi soffre.
Il 5%, valore
puramente indicativo, è l’invito a considerare ogni mese, fra tutte le
necessità della nostra famiglia, anche una parte delle proprie entrate come
forma di restituzione nei confronti del Sud del mondo per tutte le forme di
sfruttamento umano e sociale che l’attuale sistema economico mondiale perpetua
nei loro confronti, principalmente per quanto riguarda le risorse naturali.
Soprattutto in Africa, abbiamo paesi ricchissimi di risorse naturali che
vengono però sfruttate dalle grandi multinazionali, con il risultato che la
popolazione muore di fame quando potrebbe essere ricchissima.