CIM - Gruppo Giustizia e Pace

 

La COMMISSIONE GIUSTIZIA e PACE CIM 

Chi siamo...           

La Commissione Giustizia e Pace della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria è nata nel 1983, a seguito dell’Anno Santo del Giubileo, dopo che tutta la comunità si era interrogata sul significato della riconciliazione, messaggio lanciato a tutto il mondo proprio in quell’occasione dal santo Padre e raccolto, in primis, dall’allora parroco don Pino Arcaro.

Costituendo la Commissione, la parrocchia voleva un supporto per riflettere sulla necessità di crescere nell’attenzione ai problemi della giustizia fra i popoli e di vivere un impegno costante di solidarietà e condivisione con i fratelli dei paesi più poveri.

 

La Commissione G. e P., in questi 40 e più anni di attività, ha cercato soprattutto di creare un cambiamento profondo di mentalità nei confronti dei paesi del Sud del mondo, superando l’attenzione occasionale, per far prendere coscienza dei problemi e cercarne le possibili soluzioni. In particolare ha cercato di interrogarci come cristiani sul nostro stile di vita rispetto a tante povertà, mettendo il mondo occidentale di fronte alle proprie responsabilità.

 

Da più di 40 anni la Commissione Giustizia e Pace segue una serie di progetti di cooperazione con tantissime realtà nei paesi poveri. I progetti continuano ancora oggi, e si focalizzano nei due momenti più importanti dell’anno pastorale, la Quaresima e l’Avvento. La forma scelta a suo tempo è quella della micro realizzazione, cioè un aiuto che non sia solo momentaneo o di pura carità, ma che serva a finanziare piccoli progetti stabili che aiutino poi la popolazione per il proprio autosviluppo anche negli anni futuri e che siano soprattutto gestibili da personale locale.

Per quanto riguarda i referenti dei progetti, ci siamo sempre appoggiati a missionari italiani o volontari laici presenti stabilmente nel luogo e che si facessero poi responsabili della realizzazione del progetto, con conseguente riscontro. Diversi membri della Commissione hanno poi avuto occasione, in questi anni, di andare direttamente nei luoghi oggetto del nostro finanziamento per verificare di persona che i fondi raccolti in parrocchia e destinati, siano andati a buon fine.

 

Nel corso di tutti questi anni la Commissione si è fatta promotrice di molti incontri pubblici, aperti anche alla cittadinanza, con persone che hanno aiutato la comunità a crescere e a sviluppare questa sensibilità alla mondialità e alle problematiche legate al tema della pace nel mondo.

Molte sono state le serate con personaggi importanti della vita sociale italiana: ricordiamo in particolare padre Alessandro Zanotelli negli anni ’80, amico della commissione, – ma anche tanti altri: don Giulio Battistella, il vescovo di Ivrea mons. Bettazzi, don Enrico Chiavacci di Firenze, il vescovo di Udine mons. Battisti, Carlo Molari, Sandro Calvani, padre Fausto Marinetti il prete degli empobrecidos, Luis Tenderini per tanti anni a fianco di mons. Helder Camera.

Poi tanti altri incontri, più limitati per la sola comunità, con referenti dei progetti da noi sostenuti e che hanno portato la loro testimonianza di lavoro e fatica in luoghi tanto lontani.

Ricordiamo che il movimento “Beati i costruttori di pace” è nato nelle sale della parrocchia, e che anche Don Albino Bizzotto è stato nostro ospite per una serata pubblica.

 

Dal 1992 al 1996 la commissione si è fatta carico, durante la guerra dei Balcani, di assistere un campo profughi dalla Bosnia a Rieka (ex Fiume).

 

Appare impressionante come sia cambiato il mondo da quando abbiamo iniziato la nostra attività ad oggi; basti pensare che c’era ancora il muro di Berlino ma soprattutto non c’era traccia degli immigrati, che sono arrivati in Italia tutti dopo il 1983. Per quanto riguarda la pace, abbiamo ancora molto da denunciare; paesi immensi come l’Africa e l’Asia non riescono a trovare in tantissimi stati quella pace e quella stabilità politica tanto auspicata. Continuano i conflitti armati, le guerre tribali e di religione, i massacri; bande occasionali di pseudo ribelli che usano la  parola “liberazione” (quanti eserciti di liberazione in Africa!)  di fatto per distruggere e massacrare le popolazioni con le quali entrano in contatto, provocandKo   milioni di profughi sia interni che esterni.

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La scelta del 5% - cosa significa

Il senso della proposta del 5%, nata assieme alla Commissione 31 anni fa, è quello di vivere un segno concreto di riconciliazione con i paesi poveri del Sud del mondo.

È un invito a rinunciare ad una parte del nostro benessere, accontentandoci di qualcosa di meno; è un impegno di condivisione e di restituzione, uno stimolo a ricercare uno stile di vita più sobrio ed essenziale, nella convinzione che solo cambiando noi stessi potremo dare un contributo incisivo per aiutare chi soffre.

 

Il 5%, valore puramente indicativo, è l’invito a considerare ogni mese, fra tutte le necessità della nostra famiglia, anche una parte delle proprie entrate come forma di restituzione nei confronti del Sud del mondo per tutte le forme di sfruttamento umano e sociale che l’attuale sistema economico mondiale perpetua nei loro confronti, principalmente per quanto riguarda le risorse naturali. Soprattutto in Africa, abbiamo paesi ricchissimi di risorse naturali che vengono però sfruttate dalle grandi multinazionali, con il risultato che la popolazione muore di fame quando potrebbe essere ricchissima.

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