Attualità e Testimonianza con d.Giampietro 20/03/21
Da Sette del Corriere della Sera del 19 marzo 2021
COSE da FARE a PASQUA: RESPIRARE ALTRA VITA
di Antonio Polito
Come festeggiamo il tuo compleanno? Dove andremo a Pasqua, dove a Pasquetta? E che facciamo il 25 Aprile, e il Primo Maggio, che quest'anno non sono neanche ponti? Nelle case fortunate, la dove il male non è entrato si discute di questo. La primavera, a dispetto dei Dpcm, è una sirena che ci seduce con una grande varietà di "feste". Intese proprio nel senso di festa dies, come dicevano i romani: giorni felici, gioiosi.
Perfino il calendario cristiano si scatena a marzo: «Di grandi Santi m'adorno e mi glorio:/ Tommaso il sette e poi il grande Gregorio,/ con Benedetto la rondin tornata/ saluta e canta la Santa Annunziata» (Cesare Pavese).
Sappiamo che non avviene a caso. Da che mondo è mondo gli esseri umani accolgono la primavera come una liberazione, una rinascita, un inno alla vita Per questo fin dalle civiltà preistoriche si festeggia l'aequus nox, quando la notte è raggiunta in durata dal giorno, la data dell'equinozio.
Per questo il giorno della Pasqua cristiana è fissato nella prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera.
Non è dunque solo consumismo da società opulenta la fregola che ci prende a questo punto dell'anno, e che i nuovi moralisti condannano in tv con il dito ammonitore alzato. Se ci arrabbiamo perche i ristoranti sono chiusi, gli alberghi scarseggiano, e i parenti sono oltre il confine della Regione, non è solo perché siamo viziati da decenni di edonismo di massa. Ma per furore di vivere. Perche davvero la primavera ci fa scattare qualcosa dentro «Sento/ nascere in me scomposte/ aurore. lo non so più/ se muoio oppure nasco» (Sandro Penna).
Pasqua, poi, dovrebbe essere resurrezione. Chiudere la Quaresima. Celebrare, con il sacrificio sublimato dell'Agnello di Dio, l'annuncio di una nuova vita, iI «passare oltre» del Pesach ebraico. E invece sarà la seconda di seguito ad esserci negata: «Soffriremo nell'alba/viso di primavera» (ancora Pavese). I nostri figli, più di tutti, soffrono. I pediatri raccontano di ricevere continue richieste di aiuto dai genitori: insonnia del ragazzi, disturbi alimentari, depressione, sindrome di Hikikomori. La mancanza di "festa" lascia segni profondi nella psiche umana.
E allora che fare? Come festeggiare, invece? Un modo ci sarebbe. Esiste infatti un ambiente intomo a noi che si comporta come se il virus non esistesse, e gioisce come se la morte non lo riguardasse. E' la natura, puntualmente esplosiva e rigogliosa, del tutto indifferente alla battaglia che stiamo combattendo, forse perchè ne ha già viste tante altre, e tutto a suoi occhi è sempre lotta per la sopravvivenza. Magari questi sono i giorni giusti per andare ad abbracciare un albero, o stendersi su un prato e scoprire se davvero si può sentire il umore dell'erba che cresce. E risentirci così vivi, nonostante tutto.
Sono attività non proibite dal governo, si possono svolgere anche nell'ambito del proprio Comune, non c'è bisogno di prenotare. Respirare «un'aria d'altro luogo e d'altro mese/ e d'altra vita: un'aria celestina/ che regge molte bianche ali sospese...» (Giovanni Pascoli).
Questo tempo di pandemia può essere vissuto riscoprendo i valori autentici come la natura nella sua puntuale bellezza
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